domenica 13 gennaio 2013

Quando muore un poeta


Il 3 gennaio 2013 è venuto a mancare improvvisamente Valerio Negrini. I più lo ricordano come autore della maggior parte dei testi del più popolare gruppo musicale italiano, i Pooh, e probabilmente per qualcuno il discorso finisce qui.

Comprensibilmente quando si pensa alla musica leggera il pensiero va ad accordi semplici e parole altrettanto semplici anche se non sempre banali con l’obiettivo di catturare l’attenzione e l’ascolto, spesso usa e getta, del pubblico vasto.

I Pooh non hanno fatto e non fanno eccezione. Nel corso della loro quarantennale carriera hanno cantato canzoni veramente imbarazzanti su testi dello stesso Negrini, di cui lui poi  si è vergognato.  Un esempio è il testo della canzone del 1990 “Donne italiane” (dall’album “Uomini Soli”) che nel ritornello recita: ”Che belle che sono le donne italiane, coraggiose e romantiche, su schermi giganti  o acqua e sapone, delicate e fortissime.”  Anche il testo della ben più famosa“Canterò per te” (dall’album “…Stop” del 1980) rasenta la banalità quando fa cantare ai quattro Pooh: “Stella di giorno, frutto d'inverno io canterò per te se ti senti un aliante che cade strade d'aria avrai da me”.  Ma tant’è,  la musica leggera ha le sue regole e una di queste è vendere e per vendere spesso si devono scrivere e cantare delle cose che piacciono al pubblico ma che lasciano pochi segni nel cuore e nell’anima.

Per completezza bisogna dire che i lavori dei Pooh, anche i più commerciali, sono caratterizzati da estrema professionalità e non mancano brani dalla struttura musicale complessa, innovativa e comunque non banale. Ne cito alcuni: “Parsifal “(1973), “Il tempo, una donna, la città” (1975), “Il ragazzo del cielo” (1978), “L’ultima notte di caccia” (1979), “Inca” (1980), “Il giorno prima” (1984), “Dall’altra parte” (1987), “Città proibita” (1990), “Il silenzio della colomba” (1996), “Figli” (2002), “Ascolta” (2004) e l’ultima “Dove comincia il sole” (2010).

Valerio, che non amava definirsi “poeta” (disse che farlo era “un po’ pretenzioso”) né scrittore (“leggermente deviante”) e preferiva definire se stesso e quelli come lui persone il cui mestiere  è quello di mettere “la balena in una scatoletta di tonno”, dove la balena sono i testi e la scatoletta di tonno sono i tre-quattro minuti della canzonetta che poi va consumata nello spazio di altrettanti pochi minuti, ha lasciato testi che si potrebbero definire dei flash fotografici e hanno la rara virtù di scatenare l’immaginazione e permettere a chi ascolta la canzone di identificarsi con la storia narrata dalle sue parole e di poterla “vedere” nella mente. Questa, secondo me, è una delle ragioni per cui i Pooh non hanno mai avuto l’esigenza di “narrare” le loro canzoni con un videoclip promozionale, tant’è che la loro produzione video è piena di immagini dei loro concerti e di loro nelle più disparate posizioni e situazioni (corrono, parlano, cantano, disegnano e quant’altro) ma non di immagini che “spieghino” il testo della canzone.

Ci sono state, è vero, delle occasioni nella quarantennale storia del gruppo in cui i videoclip invece di far vedere la potenza degli spettacoli dei quattro hanno tentato di “spiegare” il testo con una storia ma il risultato è stato, secondo me, deludente. Un esempio è il clip di “Passaporto per le stelle” del 1983 (dall’album “Tropico del Nord”). Questo clip è contenuto in un “film” molto più lungo, all’epoca distribuito in VHS,  che aveva l’obbiettivo di celebrare la produzione dell’album “Tropico del Nord”. Per l’epoca fu un lavoro innovativo. Caraibi, studio di registrazione prestigioso, primo CD prodotto in italia, uso esteso (e forse eccessivo) del  Fairlight. I Pooh si presentavano al pubblico con un lavoro innovativo, prestigioso. E i testi di Negrini erano all’altezza.

Il brano in questione narra di una fuga nelle stelle di una coppia di novelli Adamo ed Eva che vengono spediti su un altro pianeta dal presidente americano visto che di li a poco l’umanità sarebbe sparita distrutta da un olocausto nucleare. Si era nel pieno della guerra fredda e non era raro  che scrittori, giornalisti e pure musicisti affrontassero il problema della paura di una guerra atomica.

Negrini riesce a mettere su un testo bellissimo che in alcuni punti rasenta l’escatologia biblica (“Benvenuti sulla spiaggia della nuova età cuccioli di un mondo che si è cancellato già  non guardate indietro mai, non dimenticate mai. Fate nuovi amori fate nuove geografie senza cattedrali, generali e nostalgie senza più bandiere mai e che questo sole sia con voi”). Ma il video è quanto di più banale potesse essere escogitato. Una spiaggia dei Caraibi, una barca arenata sulla spiaggia (a testimoniare che…? La distruzione?) e la strofa in questione cantata da un Facchinetti in canottiera, preceduto da una croce di luce, a cui poi si affiancano gli altri tre che cantano in coro, che insomma non sembra proprio l’ideale per personificare la “fortissima presenza” che benedice i “cuccioli di un mondo che si è cancellato già”.

Questo non va imputato solo a logiche commerciali dei quattro (ora tre) Pooh né ad una loro incapacità di fare un video decente. Secondo me è perché le parole di Valerio hanno una forza straordinaria e il tentativo di descriverle in un clip sarebbe riduttivo. Faccio qualche esempio.

“Lei e Lei”. (dall’album Parsifal). Il brano parla di un amore lesbico dal punto di vista di un uomo che sii vede rubata la moglie o la fidanzata dall’altra lei. Un tema scabroso (per l’epoca) affrontato con poesia e da un punto di vista unico. Valerio fa dire al lui : “Lei era amica anche mia sapeva cosa dirti quando tu senza ragione eri contro di me. No, non nascondo che io a volte ero turbato un po' da lei forse la desiderai” e poi alla fine quando realizza che la sua donna se ne va con quell’altra donna da lui ammirata, desiderata e che gli provocava più di un turbamento  gli fa dire: “Sai, fu l'abisso per me la sera che dicesti "vattene" in calma più che mai. Ma ciò che poi mi ferì di più fu quando chiesi: "Ma perché, per chi?".  Guardai dietro a te in un sorriso c'era lei, in silenzio vi guardai  ciò che vuoi, ma questo mai.”

La “poesia” di Valerio riesce a farci “vedere” la scena, ne udiamo le voci e ne vediamo i volti. Possiamo immaginare il sorriso della donna che lascia il suo uomo per una “lei” e riusciamo anche a “vedere” la faccia di lui deluso ed affranto mentre realizza ciò che gli sta accadendo. Come si potrebbe racchiudere il tutto in un video?

Oppure leggete il testo – capolavoro (pure la musica lo è, a mio parere) de “Il tempo, una donna, la città” del 1975 (dall’album “Un po’ del nostro tempo migliore”). L’incipit è poesia pura: “Polvere il vento nella valle scivola finestre semiaperte stridono sui muri silenzioso il sole giace. “ Poi nel testo recita: “Si avvicina lentamente a me resta in ombra il viso per un po’, è una donna e sembra sia  pur presente e viva”. Anche qui siamo nella poesia ermetica e dobbiamo affidarci a lui che ci spiega che questo brano e il suo testo, lunghissimo, quasi undici minuti di musica, è il racconto di un sogno e la donna è sua madre. Come si potrebbe “filmare” senza depauperarlo completamente della sua forza espressiva un testo del genere?

Valerio ha scritto le parole per quasi 400 brani. Come ho scritto sopra non tutti sono capolavori e alcuni rispondono a mere logiche commerciali. Ma quando è riuscito a raccontare una storia colpendo l’immaginazione, scaldando il cuore, segnando e disegnando la vita di chi ascoltava la “canzonetta” con un processo di identificazione in cui il protagonista diventava lo stesso fruitore, Negrini, ha involontariamente fatto “poesia”.

Il 3 gennaio del 2013 i Pooh non hanno perso soltanto il loro paroliere. Noi abbiamo perso un poeta. E quando muore un poeta:
“Al mondo c'è meno luce, per vedere le cose. Quando muore un poeta gli uccelli hanno una traiettoria in meno tra quelle possibili,e non se ne accorgono. Quando muore un poeta il male sorride felice di aver perso un' avversario. Quando muore un poeta/la mia vita è più piccola la mia speranza più lieve.” (Alda Merini)
Ciao Valerio.

P.S. Post aggiornato nella data del 15/01/13

4 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie per aver commemorato ilcompianto Valerio per quello che era...

antonio grillo ha detto...

Ok mi piace !!

Anonimo ha detto...

Condivido tutto quello che hai scritto!

Unknown ha detto...

Grazie per le parole sapienti che hai utilizzato nel raccontare la scomparsa di un grande paroliere (se non vogliamo usare il termine poeta). Molti si sono fatti ingannare dalla banalità di certe produzioni dei Pooh ma...in ogni album, anche il più commerciale, si possono trovare vere perle di musica e poesia.

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