Il 3 gennaio 2013 è venuto a mancare improvvisamente Valerio
Negrini. I più lo ricordano come autore della maggior parte dei testi del più
popolare gruppo musicale italiano, i Pooh, e probabilmente per qualcuno il
discorso finisce qui.
Comprensibilmente quando si pensa alla musica leggera il
pensiero va ad accordi semplici e parole altrettanto semplici anche se non
sempre banali con l’obiettivo di catturare l’attenzione e l’ascolto, spesso
usa e getta, del pubblico vasto.
I Pooh non hanno fatto e non fanno eccezione. Nel corso
della loro quarantennale carriera hanno cantato canzoni veramente imbarazzanti
su testi dello stesso Negrini, di cui lui poi si è vergognato. Un
esempio è il testo della canzone del 1990 “Donne
italiane” (dall’album
“Uomini Soli”) che nel ritornello recita: ”Che belle
che sono le donne italiane, coraggiose e
romantiche, su schermi giganti o acqua e sapone, delicate e fortissime.” Anche il testo della ben più famosa“Canterò
per te” (dall’album “…Stop” del 1980) rasenta la banalità quando fa
cantare ai quattro Pooh: “Stella di
giorno, frutto d'inverno io canterò per te se ti senti un aliante che cade
strade d'aria avrai da me”. Ma tant’è, la musica leggera ha le
sue regole e una di queste è vendere e per vendere spesso si devono scrivere e
cantare delle cose che piacciono al pubblico ma che lasciano pochi segni nel
cuore e nell’anima.
Per completezza bisogna dire che i
lavori dei Pooh, anche i più commerciali, sono caratterizzati da estrema
professionalità e non mancano brani dalla struttura musicale complessa,
innovativa e comunque non banale. Ne cito alcuni: “Parsifal “(1973), “Il
tempo, una donna, la città” (1975), “Il
ragazzo del cielo” (1978), “L’ultima
notte di caccia” (1979), “Inca”
(1980), “Il giorno prima” (1984), “Dall’altra parte” (1987), “Città proibita” (1990), “Il silenzio della colomba” (1996), “Figli” (2002), “Ascolta” (2004) e l’ultima “Dove
comincia il sole” (2010).
Valerio, che non amava definirsi
“poeta” (disse che farlo era “un po’ pretenzioso”) né scrittore (“leggermente
deviante”) e preferiva definire se stesso e quelli come lui persone il cui
mestiere è quello di mettere “la balena in una scatoletta di tonno”, dove
la balena sono i testi e la scatoletta di tonno sono i tre-quattro minuti della
canzonetta che poi va consumata nello spazio di altrettanti pochi minuti, ha
lasciato testi che si potrebbero definire dei flash fotografici e hanno la rara
virtù di scatenare l’immaginazione e permettere a chi ascolta la canzone di
identificarsi con la storia narrata dalle sue parole e di poterla “vedere”
nella mente. Questa, secondo me, è una delle ragioni per cui i Pooh non hanno
mai avuto l’esigenza di “narrare” le loro canzoni con un videoclip
promozionale, tant’è che la loro produzione video è piena di immagini dei loro
concerti e di loro nelle più disparate posizioni e situazioni (corrono,
parlano, cantano, disegnano e quant’altro) ma non di immagini che “spieghino”
il testo della canzone.
Ci sono state, è vero, delle occasioni nella
quarantennale storia del gruppo in cui i videoclip invece di far vedere la
potenza degli spettacoli dei quattro hanno tentato di “spiegare” il testo con
una storia ma il risultato è stato, secondo me, deludente. Un esempio è il clip
di “Passaporto per le stelle” del
1983 (dall’album “Tropico del Nord”). Questo clip è contenuto in un “film”
molto più lungo, all’epoca distribuito in VHS, che aveva l’obbiettivo di celebrare la produzione
dell’album “Tropico del Nord”. Per l’epoca fu un lavoro innovativo. Caraibi,
studio di registrazione prestigioso, primo CD prodotto in italia, uso esteso (e
forse eccessivo) del Fairlight. I Pooh
si presentavano al pubblico con un lavoro innovativo, prestigioso. E i testi di
Negrini erano all’altezza.
Il brano in questione narra di una fuga nelle stelle di una
coppia di novelli Adamo ed Eva che vengono spediti su un altro pianeta dal
presidente americano visto che di li a poco l’umanità sarebbe sparita distrutta
da un olocausto nucleare. Si era nel pieno della guerra fredda e non era
raro che scrittori, giornalisti e pure musicisti affrontassero il
problema della paura di una guerra atomica.
Negrini riesce a mettere su un testo bellissimo che in
alcuni punti rasenta l’escatologia biblica (“Benvenuti
sulla spiaggia della nuova età cuccioli di un mondo che si è cancellato già non guardate
indietro mai, non
dimenticate mai. Fate nuovi amori fate nuove geografie senza
cattedrali, generali e nostalgie senza più
bandiere mai e che questo
sole sia con voi”). Ma il
video è quanto di più banale potesse essere escogitato. Una spiaggia dei
Caraibi, una barca arenata sulla spiaggia (a testimoniare che…? La distruzione?)
e la strofa in questione cantata da un Facchinetti in canottiera, preceduto da
una croce di luce, a cui poi si affiancano gli altri tre che cantano in coro,
che insomma non sembra proprio l’ideale per personificare la “fortissima
presenza” che benedice i “cuccioli di un mondo che si è cancellato già”.
Questo non va imputato solo a
logiche commerciali dei quattro (ora tre) Pooh né ad una loro incapacità di
fare un video decente. Secondo me è perché le parole di Valerio hanno una forza
straordinaria e il tentativo di descriverle in un clip sarebbe riduttivo.
Faccio qualche esempio.
“Lei e Lei”. (dall’album Parsifal). Il brano parla di un amore lesbico dal
punto di vista di un uomo che sii vede rubata la moglie o la fidanzata
dall’altra lei. Un tema scabroso (per l’epoca) affrontato con poesia e da un
punto di vista unico. Valerio fa dire al lui : “Lei era amica anche mia sapeva cosa
dirti quando tu senza ragione eri contro di me. No, non nascondo che io a volte ero
turbato un po' da lei forse la desiderai” e poi alla fine quando realizza che la sua donna se ne va con
quell’altra donna da lui ammirata, desiderata e che gli provocava più di un
turbamento gli fa dire: “Sai, fu l'abisso per me la sera che dicesti
"vattene" in calma più che mai. Ma ciò che poi mi ferì di più fu
quando chiesi: "Ma perché, per chi?". Guardai
dietro a te in un sorriso c'era lei, in silenzio vi guardai ciò che
vuoi, ma questo mai.”
La “poesia” di Valerio riesce a
farci “vedere” la scena, ne udiamo le voci e ne vediamo i volti. Possiamo
immaginare il sorriso della donna che lascia il suo uomo per una “lei” e
riusciamo anche a “vedere” la faccia di lui deluso ed affranto mentre realizza
ciò che gli sta accadendo. Come si potrebbe racchiudere il tutto in un video?
Oppure leggete il testo – capolavoro
(pure la musica lo è, a mio parere) de “Il tempo,
una donna, la città” del 1975 (dall’album “Un po’ del nostro tempo migliore”). L’incipit
è poesia pura: “Polvere il vento nella valle scivola finestre semiaperte stridono
sui muri silenzioso il sole giace. “ Poi nel testo recita: “Si avvicina lentamente a me resta in ombra il viso per un po’, è
una donna e sembra sia pur presente e viva”. Anche qui siamo nella poesia ermetica e dobbiamo affidarci a lui
che ci spiega che questo brano e il suo testo, lunghissimo, quasi undici minuti
di musica, è il racconto di un sogno e la donna è sua madre. Come si potrebbe
“filmare” senza depauperarlo completamente della sua forza espressiva un testo
del genere?
Valerio ha scritto le parole per
quasi 400 brani. Come ho scritto sopra non tutti sono capolavori e alcuni
rispondono a mere logiche commerciali. Ma quando è riuscito a raccontare una
storia colpendo l’immaginazione, scaldando il cuore, segnando e disegnando la
vita di chi ascoltava la “canzonetta” con un processo di identificazione in cui
il protagonista diventava lo stesso fruitore, Negrini, ha involontariamente
fatto “poesia”.
Il 3 gennaio del 2013 i Pooh non
hanno perso soltanto il loro paroliere. Noi abbiamo perso un poeta. E quando
muore un poeta:
“Al mondo c'è meno luce, per vedere le cose. Quando muore un poeta gli uccelli hanno una traiettoria in meno tra quelle possibili,e non se ne accorgono. Quando muore un poeta il male sorride felice di aver perso un' avversario. Quando muore un poeta/la mia vita è più piccola la mia speranza più lieve.” (Alda Merini)
Ciao Valerio.
P.S. Post aggiornato nella data del 15/01/13
P.S. Post aggiornato nella data del 15/01/13
4 commenti:
Grazie per aver commemorato ilcompianto Valerio per quello che era...
Ok mi piace !!
Condivido tutto quello che hai scritto!
Grazie per le parole sapienti che hai utilizzato nel raccontare la scomparsa di un grande paroliere (se non vogliamo usare il termine poeta). Molti si sono fatti ingannare dalla banalità di certe produzioni dei Pooh ma...in ogni album, anche il più commerciale, si possono trovare vere perle di musica e poesia.
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